“ Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito;
vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore;
vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio,
che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune “

(1 Corinzi 12,4-7)

✠ Ponte San Giovanni

✠ Ospedalicchio / Collestrada


«I Carri» – Cammino di fraternità inter-parrocchiale

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Confraternite

Pia Unione Madonna della PietàOspedalicchio

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Confraternita del Santissimo SacramentoCollestrada

La storia della Confraternita del Santissimo Sacramento di Collestrada è la storia del paese di Collestrada, almeno per questi ultimi cinque secoli, e nei documenti che la riguardano e ne raccontano le vicende arriva anche l’eco di quegli eventi che hanno fatto la grande storia.
Il Concilio di Trento (1551-1563), per rispondere alle esigenze storiche di un periodo difficile per la Chiesa, sollecita e regolamenta la presenza delle confraternite nelle parrocchie ed ecco che, anche a Collestrada, Padre Dionigi da Casacastalda ne erige una.
Infatti le prime notizie che si hanno di essa risalgono al 1577, anno della visita pastorale di S. E. Monsignor Bossi alla parrocchia di Collestrada e a quelle vicine.
Nei resoconti di tale visita (folio 126) è citata la “Schola Sanctissimi Sacramenti intitulata” composta da dodici confratelli incaricati della assistenza ai bisognosi e raccolta di elemosine.
I resoconti di visite pastorali successive tratteggiano la figura di una Confraternita che acquisisce via via una propria identità e connotazione all’interno di una realtà territoriale e sociale che passa da insediamento dedicato alla cura dei malati a vera e propria comunità, cioè un paese.
Compiti dei confratelli erano: la presenza alle S. Messe, alle processioni nelle festività importanti dell’anno liturgico (Venerdì Santo, Rogazioni, Ascensione, Corpus Domini, Assunzione della Madonna), alle feste patronali (S. Antonio, S. Vincenzo, S. Urbano, Madonna del SS.mo Rosario…), alle adorazioni (quarantore e esposizioni).
A questi si aggiungeva la cura delle esequie dei confratelli; proprio per questo essa annovera tra i suoi beni, in concessione perpetua, i loculi annessi alla chiesa nella parte più antica del cimitero di Collestrada.
A tutti gli eventi i confratelli partecipano con i paramenti necessari e la propria divisa.
Fino agli anni cinquanta era una lunga veste di tela color beige con un cordone intorno alla vita e un colletto che terminava con un cappuccio. Il colore del cordone era diverso per il Priore e per i portantini del Crocifisso. Questi ultimi erano muniti anche di una cintura con una tasca di cuoio sul davanti in cui veniva inserita la base della croce.
Dopo gli anni cinquanta la “Vesta” fu sostituita da una fascia azzurra, con lo stemma del Santissimo Sacramento, da portare sul braccio sinistro.
La divisa attuale è costituita da una mantellina di colore giallo oro con ricamato lo stemma della confraternita in rosso. Negli anni novanta è stato realizzato un fazzoletto nello stesso colore e con lo stemma in rosso per le donne che sono iscritte alla confraternita.
Nel corso dei secoli, dai documenti presenti negli archivi perugini, in quello parrocchiale e in quelli del proprio archivio, la confraternita risulta essere parte attiva della vita degli abitanti del paese che con la loro partecipazione ne hanno portato avanti l’operato fino ai giorni nostri.
Attualmente è composta da 29 membri ed ha un proprio statuto riconosciuto dal Vescovo della Diocesi di Perugia e dal Ministero dell’Interno e continua a portare avanti il suo operato di assistenza alla vita della parrocchia e del paese con la discrezione che le è propria.

Pia Unione
Sorelle di Maria – Collestrada

La Chiesa cattolica crede che, nonostante la legge universale, secondo la quale tutti gli uomini nascono contaminati dal peccato originale, per una speciale grazia divina solo Maria la Madre di Gesù, fin dal primo istante della sua esistenza ha evitato il peccato originale e per questo divenne degna Madre dell’uomo-Dio, che nè illimitata purezza e infinita santità. Per tutto questo la Chiesa cattolica chiama Maria “Immacolata, Madre santa” oppure “Vergine concepita senza macchia di peccato”. Maria è il frutto più bello della Redenzione, il frutto più bello della Pasqua. Preservata da ogni contagio di colpa, è stata concepita senza peccato originale, preredenta per i meriti dii suo figlio.

In questi ultimi secoli la sua presenza materna e il suo presentarsi a noi come l’immacolata si è fatto più pressante, segno che lo scontro tra Lei l’antico serpente ha raggiunto il suo culmine. Basti ricordare alcune apparizioni; Rue du Bac (Parigi 1830), Lourdes (1858), ( Fatima (1917), Mediugorje (1981) dove la Madonna è apparsa coronata da dodici stelle (Ap:12,1; la Donna e il drago) Maria è e sempre sarà per i credenti segno di speranza: perchè cammina con noi nella storia, nelle famiglie, nella Chiesa in quanto Madre della Chiesa e perchè è dinanzi a noi come colei che nella gloria di Dio; nel Paradiso assunta in anima e corpo (Pio XII, primo novembre, 1950, IV Dogma Mariano), intercede per i suoi figli indicandogli la via a suo Figlio e quindi al Cielo, cioè al Paradiso.

Siamo un gruppo di preghiera sorto secoli fa, il nostro compito è quello di pregare nelle nostre famiglie , per le famiglie  e per il mondo intero.

Maria dice che le nostre preghiere rivolte a Lei sono le più belle rose d’amore, non può non essere là dove sente profumo di rose, unitevi a noi nelle preghiere rivolte a Lei e Suo Figlio e mettiamo in pratica con amore i suoi insegnamenti, e richiami alla preghiera. Se apriamo in nostro cuore a Gesù e Maria possiamo poi aprirlo anche al nostro prossimo e tutto ci sembrerà più bello. Attualmente siamo 50 iscritte, l’età varia dalle adolescenti alle ultra novantenni. La nostra guida spirituale è il nostro parroco. L’impegno ecclesiale è quello di partecipare alle feste mariane, la presenza di una rappresentanza è obbligatoria nel mese di maggio per la recita del Santo Rosario in Chiesa. Organizziamo ogni anno un pellegrinaggio dove tutti possono partecipare.

Oratori

Oratorio
Carlo Acutis – Angeli custodi

Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto al regno di Dio.”
È con questa citazione del Vangelo di Luca, che sono stati fondati i principi dell’Oratorio di Ospedalicchio: un piccolo paese, che aveva e che ha tanto da offrire alle nuove generazioni, soprattutto grazie all’apertura dell’oratorio. Oratorio significa avvicinare i bambini a Gesù, far comprendere davvero chi è questo Gesù di cui sentono tanto parlare al catechismo o alla Messa. Oratorio è trovare unione e forza, collaborazione e cooperazione, ma soprattutto una seconda famiglia che ti accoglie e ti fa sentire a casa in qualsiasi momento. Questo è ciò che da nove anni Francesco Vitale e Monica Carotenuto stanno trasmettendo a tutti gli animatori e a tutti i bambini che frequentano l’oratorio di Ospedalicchio. Guidati dallo Spirito Santo hanno avuto la forza, ma anche la necessità, di creare un gruppo per far conoscere davvero cosa significhi intraprendere un percorso insieme, ma soprattutto insieme a Dio e l’oratorio è il mezzo ideale per poter realizzare questo progetto.

Il 31 Gennaio 2010 è stato inaugurato l’oratorio collocato nel salone dietro la chiesa di Ospedalicchio con una grande festa e ogni anno viene ricordata questa data che ha dato inizio ad una collezione infinita di ricordi che si trovano raccolti e custoditi in questa sala.

Non è facile partire da zero, trovare un aiuto concreto su cui contare, ma Francesco e Monica, circondati dai loro amici come Isa, Sergio e Patrizia hanno costruito le fondamenta di un progetto che ogni anno, ogni mese e ogni giorno sta crescendo grazie alle loro basi. Un sostegno fondamentale lo devono anche a Giorgio Paparelli, che all’epoca gestiva la sala, ed era stato più che felice di dare il via a questo entusiasmante nuovo inizio per Ospedalicchio.

Lo scopo di questo oratorio è rendere partecipi i bambini, dando loro una nuova visione della vita parrocchiale, facendoli divertire e giocare, ma anche pregare.

È per questo che l’attività principale si svolge la domenica mattina, un’ora prima che inizi la Messa: gli animatori aspettano con gioia che i bambini arrivino per mostrare loro i giochi che hanno organizzato e poi andare tutti insieme alla Messa. Oltre a fare amicizia tra loro, si possono divertire e sentire accolti in una nuova realtà. Le attività dell’oratorio sono cresciute insieme ad esso nel corso degli anni. La più elaborata e mai vista all’interno di un oratorio, è la commedia di Natale. Partendo i primi anni da uno spettacolo di canto con i bambini, questo progetto man mano si è evoluto in qualcosa di più grande: una recita vera e propria. Gli animatori si sono messi in gioco e hanno rivestito le parti dei personaggi della Bibbia ed ogni anno, anche se con un copione diverso, hanno mantenuto i tre protagonisti: i Re Magi. La commedia, che infatti verte alla loro celebrazione, è un evento insolito ma che proprio per questo è stato considerato originale e innovativo ed ha portato addirittura all’esibizione per due anni di seguito presso la Cattedrale di Perugia in centro, per volontà del Cardinale Mons. Gualtiero Bassetti, preceduta da una sfilata.

Inoltre la festa che sin dall’inizio è stata ricordata è quella della mamma, con la vendita delle piantine dopo la Messa fuori dalla chiesa.

Ogni evento importante, durante l’anno, l’oratorio lo fa suo e lo festeggia, coinvolgendo sempre più persone, ma soprattutto facendo brillare gli occhi dei ragazzi/animatori quando vedono sbocciare un sorriso sul viso di un bambino, magari, proprio grazie a loro, grazie a quell’atmosfera speciale ed un po’ magica che solo l’ oratorio riesce a far nascere.

L’organizzazione che vi è dietro è stata e tuttora è notevole, ma i bambini che hanno visto nascere questo oratorio sono cresciuti, ora sono dei ragazzi, il cui sogno è far provare ad altri bambini la gioia che hanno vissuto loro nel passare l’ infanzia dentro questo ambiente, circondati da Dio e dalle sue opere.

Ogni anno gli animatori svolgono un ritiro per organizzare al meglio l’annata ed ogni anno trovano una nuova frase come motto e come guida. Un esempio è la frase: “Tu sei prezioso ai miei occhi”, ogni domenica mattina gli animatori la indossavano stampata su una maglietta e non potevano fare a meno di accorgersi del sorriso che spuntava sul volto dei bambini nel leggere quella frase.

Ed proprio in quell’istante che hanno pensato “Sì, io ho molto da fare nella mia vita, ma non sarebbe completa se non fossi qui. Questi bambini sono il motivo per cui vado avanti.”

Francesco e Monica hanno lasciato tanto a tutti i ragazzi e continuano ancora a farlo, sono un punto di riferimento fondamentale, una sicurezza irrinunciabile. Ogni giorno, prima di entrare, attraversano il giardino dell’oratorio e osservano l’Ulivo che hanno piantato quel lontano 31 Gennaio 2010 e alla loro mente ritorna la frase di Luca che li ha guidati durante tutti questi anni, la frase che li incoraggiava a non smettere, a non abbandonare un lavoro una volta che si è cominciato. Loro non l’hanno mai lasciato e ricomincerebbero tutto daccapo se potessero, perché sanno che i risultati valgono più di qualsiasi fatica, di qualsiasi critica o pregiudizio.

L’oratorio è stato nominato “Oratorio degli Angeli Custodi”, il logo ritrae un angelo in primo piano e in basso un bambino che stringe la mano alla mamma e al papà.

È lo stare insieme che tiene unito il tutto, è la condivisione che ha fatto sì che ogni anno l’oratorio riuscisse ad organizzare la festa di Carnevale, il centro estivo per i bambini o la partecipazione ad eventi come la Star Cup o il torneo di Casa Emmaus. E’ un gruppo che condivide gli stessi sogni e insieme sono state create scenografie, costumi e spettacoli mai visti. Per sette anni l’oratorio è stato seguito da Don Claudio Schioppa che ha potuto vederlo sbocciare e adesso è passato in mano ai nuovi presbiteri: Don Antonio Paoletti e Don Emanuele Bolognino. Da questo anno si stanno cercando di aggiungere nuove attività come un CineOratorio, ovvero un cineforum sia per bambini che per ragazzi, o anche un servizio di aiuto compiti. Ciò che si vive in quella sala è entrato sotto la pelle ad ognuno di questi ragazzi che offre il suo servizio ogni giorno; sono emozioni che non si possono provare una volta usciti, una volta travolti di nuovo dal tornado della routine quotidiana, sono sensazioni che appartengono a quella sala ed è per questo motivo che il lavoro continua e continuerà sempre ad essere attivo, il solo desiderio è che i bambini, passando davanti all’oratorio, pensino a quando quella volta si erano divertiti così tanto e farebbero di tutto per tornarci, perché tutti loro sono preziosi ai nostri occhi e agli occhi di Dio.

Oratorio
«C’Entro»
P.S. Giovanni

Il C’entro, inaugurato nel 1996, è stato ed è tutt’ora il punto di partenza di molte attività che in questi 23 anni hanno preso vita. I gruppi giovanili che, coinvolgendo ragazzi dalla prima media fino al quinto superiore, servono per focalizzare l’attenzione sulla crescita umana e cristiana degli adolescenti; i campiscuola che permettono ai ragazzi di vivere una settimana all’insegna del divertimento comunitario e del servizio verso l’altro; il Grest, centro estivo organizzato dalla diocesi e reso possibile grazie all’impegno dei giovani animatori dell’oratorio; e la Starcup (torneo di calcio tra oratori) che permette di vivere lo sport, in questo caso il calcio, in modo diverso, non solo come semplice sfida ma come momento di aggregazione e di divertimento. Il servizio del doposcuola è attivo tutti i pomeriggi; vari laboratori come quello di pittura, di musica… e tanti altri progetti resi possibili anche grazie alla continua comunicazione ed interazione con la scuola. Vari sono anche i momenti conviviali, sempre molto apprezzati da grandi e piccini, come la Castagnata o la festa di carnevale…buona cucina ad opera delle fantastiche cuoche, musica e tanto divertimento. L’aiuto per il prossimo è uno capo saldo dell’idea del C’entro: Raccolta viveri ed “Un Natale per” coinvolgono i ragazzi in quello che è conoscere i problemi di chi è meno fortunato ed aiutarlo anche con un piccolo gesto. Ecco cosa è il C’entro: una varietà di iniziative volte a rispondere alle molteplici e variegate esigenze dei ragazzi, il cui mondo, tra l’atro variopinto per provenienze e culture, è in continua e ininterrotta evoluzione. Un punto d’incontro, di aggregazione, di crescita e d’interazione.

AGESCI – Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani

Dal 2008 presso i locali della Chiesa di Pieve di Campo è attivo il gruppo Scout Ponte San Giovanni 1 – Pier Giorgio Frassati.

Ci sono oltre 38 milioni di bambini, ragazzi ed adulti, uomini e donne che in 216 paesi e territori del mondo sono scouts e guide.

Lo Scautismo e il Guidismo sono un movimento mondiale
• Di giovani
• Per i giovani
• Educativo
• Che esprime un ideale di vita
Fin dalla loro fondazione lo Scautismo e il Guidismo sono, nel loro complesso, un movimento educativo non formale di giovani che si propone come obiettivo la formazione integrale della persona secondo i principi ed i valori definiti dal suo fondatore Lord Robert Baden-Powell.
Attraverso la fantasia, il gioco, l’avventura la vita all’aria aperta, l’esperienza comunitaria, la progressiva ricerca di senso della vita e lo sviluppo della dimensione sociale e spirituale, lo scautismo risponde alle tante e autentiche domande dei giovani sulla vita e sul crescere in essa.
Lo Scautismo si rivolge a ragazzi dai 7-8 anni fino ai 20-21, articolandosi in tre fasce di età (o “branche”): da 7-8 a 11 anni i bambini e le bambine vivono nel “branco” o nel “cerchio” come lupetti o coccinelle; dai 12 ai 16 anni ragazzi e ragazze sono nel “reparto” come esploratori e guide; dai 16-17 ai 20-21 i giovani, uomini e donne, sono nel “clan” come rovers e scolte.
Il nostro gruppo scout fa parte dell’Agesci. L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI), che conta 185.000 soci, è un’associazione giovanile educativa che si propone di contribuire, nel tempo libero e nelle attività extra-scolastiche, alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello scautismo, adattato ai ragazzi e alle ragazze nella realtà sociale italiana di oggi.

Nel nostro territorio, è costituito dalla Comunità Capi (Co.Ca), ovvero il gruppo di capi educatori che ha la responsabilità del gruppo e da tre unità di ragazzi che, in diverse fasce d’età vivono il percorso di crescita:
– Il branco Popolo Libero – circa 30 lupetti e lupette dagli 8 ai 12 anni
– Il reparto “Nashira”, circa 28 esploratori e guide dai 12 ai 16 anni
– La branca Rover e scolte, con il noviziato Controcorrente (16 anni) e il Clan Duc in Altum (17-20 anni)
La Comunità Capi (Co.Ca.) si incontra due volte al mese a Pieve di Campo/Ponte San Giovanni. Gli educatori sono riconosciuti come Capi Catechisti. La Co.Ca. Vive momenti di approndimento con serate di catechesi partecipazione alle attività Agesci regionali e di zona e uscite, come la recente avvenuta a Barbiana.
Le unità si incontrano insieme il sabato o la domenica. Le branche in cui sono presenti ragazzi più grandi (reparto e clan) vivono momenti ulteriori con piena autonomia dei ragazzi nell’attività, attraverso le squadriglie a Reparto e le pattuglie in Branca Rover e Scolte. Ogni mese le diverse unità vivono un’uscita adatta all’età: la caccia in Branco (di una sola giornata); l’uscita di Reparto o di squadriglia e in Branca Rover e Scolte, l’uscita di clan o noviziato (entrambe di due giorni).
In estate si vivono i campi estivi:
– Per il Branco le Vacanze di branco, di una settimana
– Per il reparto, il Campo, di circa 11-12 giorni
– Per la branca Rover Scolte la Route, di circa 8-9 giorni

Infine ogni anni il gruppo vive momenti tutti insieme, ad esempio durante i passaggi di inizio anno, durante la chiusura di gruppo o la giornata del pensiero (festa mondiale dello scoutismo nel giorno del compleanno del fondatore Baden Powell). Al di là delle peculiarità dello scoutismo, molte esperienze, nonché le principali occasioni del calendario liturgico, sono vissute insieme alle parrocchie di riferimento: il gruppo ne fa parte attivamente ed è membro del Consiglio Pastorale.

Per maggiori informazioni:
www.agesci.it

END – EQUIPES NOTRE DAME

• Chi Siamo:
Le Equipes Notre Dame (END) sono un movimento laicale di spiritualità coniugale, rivolta alle coppie di sposi desiderosi di vivere in pienezza il sacramento del matrimonio. La parola «équipe», che è stata preferita ad ogni altra, implica l’idea di uno scopo preciso, perseguito attivamente ed in comune.
• Un Po’ Di Storia:
Sorte in Francia nel 1938 per intuizione di un sacerdote, padre Henry Caffarel che insieme ad un iniziale piccolo gruppo di sposi presero ad incontrarsi mensilmente per approfondire il senso dell’essere coppie cristiane.
• Come Si Svolgono Gli Incontri:
Le End sono, di norma, costituite dalle 4 alle 7 coppie ed accompagnate da un assistente spirituale, generalmente un sacerdote ma anche un diacono o religioso/a.
Gli incontri si realizzano con cadenza mensile a casa di una delle coppie partecipanti, in un clima familiare con condivisione di un pasto.
Le END sono sorrette da una metodologia di lavoro che prevede vari momenti:
– La “messa in comune” è il momento dell’incontro durante il quale le coppie raccontano gli avvenimenti più importante della loro vita, dopo l’ultima riunione.
– La preghiera è il momento in cui ogni equipe, come comunità, si mette alla presenza di Dio per rendergli lode.
– La “compartecipazione” è momento in cui ciascun componente compartecipa il percorso successivo alla riunione precedente, i suoi buoni esiti e le sue difficoltà, nel quadro personale e di coppia e nella sua relazione con Dio.
– Il “tema di studio”, consiste nello scambio di riflessioni sull’approfondimento che ciascuna coppia ha effettuato durante il mese riguardo all’argomento che accompagna ogni equipe per un intero anno.

• E Poi?:
Lo spirito della END verrà poi vissuto da ciascuna coppia nella quotidianità, nella preghiera e nell’ascolto della Parola.
Inoltre il momento saliente della END è quello che viene chiamato ’’Dovere di sedersi’’ che consiste in un appuntamento preordinato che la coppia si dà ogni mese in cui i coniugi si aprono l’un l’altro ascoltandosi vicendevolmente senza replicarsi ma vivendo il momento nell’ascolto.

• Regola Di Vita:
Impegno preciso e concreto che ciascun équipier si prefigge, pensato per aiutare il cammino di Fede e Conversione.
• In Conclusione:
Come recita la ’’Carta delle END’’, le équipes non sono circoli chiusi per adulti benpensanti, ma corpi franchi formati da volontari; le Equipes si pongono sotto la protezione della Vergine. Con ciò esse sottolineano la loro volontà di servirla, ed affermano che, per andare a Dio, non vi è guida migliore della Madre di Dio.

Per saperne di più: http://www.equipes-notre-dame.it/

Gruppo di preghiera di “Padre Pio” – Pieve di Campo

Il Gruppo di Preghiera di Padre Pio è stato istituito nella Parrocchia di Ponte San Giovanni già da molti anni ed è tuttora attivo grazie all’impegno di un piccolo gruppo di persone unite da affetto, da devozione e da gratitudine verso san Pio da Pietrelcina che si definiva “un povero frate che prega”, grati a lui che ha aiutato a scoprire l’amore di Dio. L’incontro del Gruppo si svolge nella chiesa di San Giovanni Battista in Pieve di Campo ogni primo sabato del mese ed è un appuntamento prezioso che ci unisce nella preghiera.

Si inizia alle 16,00 con la recita del Rosario sotto lo sguardo materno della Madonna della Speranza e introducendo ciascun mistero con una breve riflessione tratta dagli scritti di Padre Pio che intendeva offrire a tutti i suoi figli spirituali l’opportunità di pregare perché la preghiera, come amava dire, è “la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il cuore di Dio”.

Segue alle 16:30 l’adorazione eucaristica come momento di comunione spirituale; si eseguono preghiere e canti e riflessioni intime. 

Si prosegue alle ore 17:00 con la celebrazione della Messa e alcune brevi riflessioni sulla Parola di Dio sotto la guida del Sacerdote.  

Si comprende quindi che il punto di forza del Gruppo è la preghiera che, sempre per definirla con Padre Pio “è una forza che muove il mondo”. Questo ci è stato ricordato da Papa Francesco in occasione del Giubileo dei Gruppi di Preghiera svoltosi a Roma il 6 febbraio 2016, anno del Giubileo Straordinario della Misericordia ricordandoci  che una chiave che apre il cuore di Dio, è una chiave facile; il cuore di Dio non è blindato con tanti mezzi di sicurezza, si può aprire con una chiave comune, con la preghiera.

Questo incontro mensile si fonda esclusivamente sulla preghiera e sulla riflessione della Parola. Dobbiamo essere “perseveranti e concordi nella preghiera” come  Maria e gli Apostoli altrimenti si rischia di appoggiarsi altrove: sui mezzi, sui soldi, sul potere  e si spegne la gioia. Cerchiamo, attraverso la preghiera, di avere un cuore gioioso e non noioso. Il Gruppo non è per Padre Pio ma è un gruppo solo di preghiera, è un momento di comunione e di intimità con Dio.

DIRETTORE SPIRITUALE   Sacerdote U.P. 14  Diocesi Perugia

CAPOGRUPPO                    Giugliarelli Nuvoletta

VICE CAPOGRUPPO           Deborah Villa

Gruppo di preghiera di “Padre Pio” Ospedalicchio/Collestrada

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